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Crema di Zucca: Operazione Zucca 2.0

Le prime piogge torrenziali si sono abbattute sul paese; le temperature si sono drasticamente abbassate e l'umidità s'è già insinuata nelle ossa, penetrando attraverso i nostri corpi. Così, per cena, è gradito un bel piatto di questa crema, che scaldi le membra e corrobori l'animo, grazie anche al suo vivace colore.

In pochi minuti ( a patto di assoldare un marito forzuto per dividerla, mondarla e tagliarla a tocchettti!) tutta la casa, fino all'androne delle scale, saranno avvolti da un profumo indecifrabile, dolcemente salato che indurrà la vicina a suonare alla porta per chiedere cosa bolle in pentola!
A me è successo e confesso d'esserne stata molto lusingata! Complimenti per la mia cucina ne ho ricevuti tanti, ma mai di così spassionati!!


La crema di zucca è un piatto da gran gourmet, semplice e veloce, che aggiungo, con grande orgoglio, alla categoria delle pietanze LIGHT, ma modo mio, cioè leggeri, ma buoni, dietetici ma belli!

Ogni volta che la preparo, mi rammento che la prima volta che la proposi per cena al mio compagno, convivevamo da poco... Tranquilli, poi è diventato mio marito!!!! 
Non ci sono parole per descrivere le contorsioni di disgusto che fece il suo viso quando s'affaccio sulla pentola: "Ma... cos'è?" chiese schifato. Ed io, simulando sicurezza: "Crema di zucca! A te piace la zucca, giusto???" "Si si, ma..." fece lui, poco convinto.
Servii in tavola la crema fumante, guarnita con una manciata di erba cipollina in cima e accompagnata da crostini fragranti di forno. 

Beh, vorrei avere una foto dell'espressione del suo viso quando portò il cucchiaio alla bocca, per poterla pubblicare!
Come per me, fu amore al primo... assaggio!!!
CREMA DI ZUCCA
Ingredienti per 4 persone:
600g di zucca mondata e tagliata in pezzi
250g di carote mondate e tagliate in pezzi
2 scalogni
1 patata media
1l di brodo vegetale
40g di burro (o 2cucchiai di olio evo)
erba cipollina
crostini

Mondare e tagliare grossolanamente lo scalogno e rosolare nel burro (o olio). Aggiungere la zucca e le carote tagliate a tocchetti. Coprire col brodo e portare ad ebollizione; aggiungere la patata. Coprire con un coperchio e far bollire, a fuoco medio, per circa 30' o fino a quando la patata non sarà ben cotta.
Frullare, col frullatore ad immersione.
Servire con erba cipollina e crostini di pane imburrati e passati al grill per pochi minuti.


NB. Si possono eliminare rosolatura e crostini per rendere la pietanza ancora più leggera!

Feta al Cartoccio per non abbandonare l'estate


E’ ufficiale: l’estate è finita. Le temperature torride tornano lentamente più miti e la stagione autunnale bussa alla porta. Così, il rosso delle foglie comincia a colorare il paesaggio e il loro fruscio torna a fare da sottofondo musicale alle passeggiate.
Io, dal canto mio, non vedo l’ora di trascorrere un pomeriggio domenicale a base di “divano, film e copertina”, sorseggiando, in dolce compagnia, una buona tazza di tea e sbocconcellando un dolcetto, rigorosamente home-made, tratto da un libro di ricette che la mia mitica zia mi ha portato da Londra, quest’estate! Esperimenti futuri, che, prometto, saranno resi pubblici!!!

Ma in questi giorni, in cui il tempo cambia velocemente, anche più volte nel corso della stessa giornata, quando il sole riesce a filtrare tra le nuvole, scalda con tutta la sua prepotenza e raggiunge temperature che fanno pensare nuovamente al mare e alla stagione estiva e… si ha di nuovo voglia di pietanze semplici e fresche!!!

Questa ricetta, fresca e veloce, molto mediterranea, è diventata, grazie alla sua estrema  semplicità, e al suo sorprendente gusto, un vero e proprio must della mia cucina! Si può servire come antipasto, ma noi spesso ci ceniamo light!


FETA AL CARTOCCIO
Ingredienti per 2 persone:
200g di Feta Greca (anche in versione Light, con solo il12% di massa grassa)
Pomodorini
Olive nere
Semi di finocchio
Origano

Confezionate i cartocci sovrapponendo un foglio di carta forno ad un foglio di carta alluminio, per evitare di mettere i cibi a contatto con l’alluminio ma assicurare allo stesso tempo la perfetta chiusura del cartoccio stesso. Dividete il panetto di Feta in due parti uguali; adagiate le due metà sui due cartocci; condite con i pomodorini tagliati a spicchi, olive denocciolate, semi di finocchio, origano. Non occorre salare, poiché la feta, che è ottenuta con latte di pecora e caglio, può contenere una percentuale di latte di capra fino al 20%, che la rende quindi piuttosto sapido. Non occorre aggiungere olio.
Chiudete i cartocci, adagiateli in una leccarda da forno e infornate a 200° per circa 20’.
Trascorsi i 20’, impiattate i cartocci e apriteli facendo attenzione a non scottarvi col vapore che ne uscirà.
Servite ben caldo, magari accompagnando con crostini di pane tostato.

Pollo al Curry e profumi d'Oriente

D'Istanbul serbo molti ricordi, tutti bellissimi. 

Le strade strette della città, i suoi maestosi monumenti, la  melodiosa cantilena  del muhaizin che richiama i fedeli alla preghiera, spandendo la sua voce in ogni angolo di una città, che non si ferma mai; l’ospitalità generosa della Sua gente, la loro umiltà; il rito del ramadan.

Penso soprattutto alla sera in cui, accolti come fratelli, abbiamo cenato in uno dei tanti punti di ristoro, adibiti dall’amministrazione della città.
Penso a quella piazza - una distesa di tappeti colorati, sui quali campeggiavano tavolini e panche di legno, e su quest’ultime cuscini d’ogni foggia e colore! -gremita di osservanti che, giocando a backgammon o chiacchierando cordialmente tra loro, attendevano composti, il calar del sole, la fine della giornata di ramadan, per bagnare le labbra arse dalla calura estiva e sorbire la cena.
Penso al cameriere gentile che ci ha fatti accomodare prima e che poi ha insistito per servirci immediatamente, rifiutando garbatamente la nostra offerta d’aspettare rispettosamente insieme agli altri, il tramonto, per cenare. Penso al suo sorriso sornione, di fronte al nostro goffo tentativo di usare le poche parole di una lingua strana e gutturale come il turco.
Penso all’eleganza con la quale, al calar del sole, tutti, intorno a noi, hanno cominciato, lentamente, a mangiare.

D'Istanbul ho ancora, nelle narici, gli odori, la cui intensità è tale al punto che, 
anche ora, a distanza di un paio d’anniaffondando il naso nel curry acquistato nel suo  Mercato delle Spezie, posso sentirne il vociare indistinto e l'atmosfera magica.

Questa ricetta, in realtà d’ispirazione indiana, è incredibilmente gustosa, ma anche incredibilmente  light: accompagnata infatti da un pugno di riso Basmati cotto al vapore, è perfetta per un pasto dietetico, ma anche per essere inserita in un menù non proprio tradizionale, per una cenetta veloce tra amici…
 E così, potete continuare la dieta, senza rinunciare al piacere di una serata in  compagnia!!!
POLLO AL CURRY
Ingredienti per 4 persone:
600g di spezzatino di pollo (petto o coscia)
Farina di riso
1cucchiaio colmo di curry piccante
Olio evo o burro chiarificato
250g di yogurt greco (anche 0% di grassi va bene)
Latte qb

Riducete il pollo a spezzatino. Spolverizzatelo di farina di riso e una parte del curry. In una padella antiaderente o in un wok, mettete 2 cucchiai d’olio evo o 1 cucchiaio di burro chiarificato e fatevi rosolare il pollo a fuoco alto. Nel frattempo scaldate leggermente lo yogurt ( a bagnomaria o nel forno a microonde), unitevi il resto del curry fino ad ottenere un bel colore giallo intenso. Quando il pollo sarà ben rosolato, abbassate il fuoco e versatevi sopra la miscela di yogurt e curry, allungate con un po’ di latte e fate sobbollire per 10-15 minuti. Regolate a piacimento la densità dell’intingolo e aggiustate di sale e pepe a vostro gusto, ricordando che spesso il curry che si trova in commercio è un po’ salato!


Hot Dog Light!



Ok, lo so, il titolo sembra una contraddizione in termini, ma posso assicurare che…
“SI.. PUO’… FAREEE!!!” !
Mi sono imbattuta in questa ricetta, mentre ero alla ricerca di una soluzione pratica ma leggera, sostanziosa ma saziante per il pranzo fuori casa. Qualcosa che consentisse di non dover cedere alla tentazione di entrare nel primo bar, addentare un panino qualsiasi, magari debordante di maionese, e combattere per il resto della giornata la battaglia di digerirlo!
Accompagnato da un frutto, questo è infatti un pranzo completo e leggero.

Il maggior consumatore è mio marito, che li porta in ufficio, e li mangia tra lo stupore degli astanti, che più d’una volta gli hanno chiesto: “Ma quello cos’è?” oppure “Ma dove li compri?” oppure (dopo aver saputo che sono home-made!) “Ma come fa tua moglie a metterci dentro il wurstel?”… A dispetto del nome del blog, non con la bacchetta magica!!!Solitamente, ne faccio una bella batteria, l’insacchetto ad uno ad uno, li metto nel congelatore e, basta tirarli fuori al mattino e tenerli a temperatura ambiente, che sono pronti per l’ora di pranzo!

Sono perfetti anche per una scampagnata, un pic nic all’aperto o per una “scampamarata”…
Si, una “scampamarata”! Il termine l’ho coniato io quando avevo 7/8 anni e ne rivendico la genesi… Però forse adesso dovrei spiegare che cos’è!
Beh, la “scampamarata” è… una scampagnata al mare!
Ho dovuto per forza, coniare un nuovo termine perché, nei miei ricordi di bambina, ci sono solo scampagnate al mare, coi miei nonni e i miei zii, che all’epoca erano anche i miei compagni di giochi, vista l’esigua differenza d’età!
Tutti sotto l’ombrellone, a litigarsi un po’ d’ombra (ma non io, che essendo la più piccola, possedevo, di diritto, il centro di esso!), ancora gocciolanti dall’interminabile bagno del mattino, avvolti negli asciugamani colorati, con gli sguardi famelici rivolti alla borsa della nonna, dalla quale ogni giorno usciva una leccornia diversa! E quella che era in realtà l’esigenza di risparmiare, portantosi il pranzo da casa, diventava una festa!


HOT DOG
tratto da "Pane e Roba Dolce", S.lle Simili

PER IL LIEVITINO
300g farina
180g acqua
6g lievito di birra

Impastate tutti gli ingredienti, e lasciate lievitare fino al raddoppio (circa 40’).

PER L’IMPASTO
700g  farina
320g acqua
150g olio evo
80g zucchero
15g sale
e inoltre
12 Wurstel di Pollo Grandi
Unite gli ingredienti al lievitino, fino a formare un impasto omogeneo e lavorate bene per 10/12 minuti, battendo energicamente ( o in planetaria col gancio impastatore!). Fate lievitare per 60’.
Dividete la pasta in 12 pezzetti, formate dei rotolini lunghi quanto i wurstel e spianateli col mattarello. Arrotolate i wurstel nella pasta, sigillate le estremità e disponeteli sulla teglia da forno, un po’ distanziati fra loro, con la falda sotto.
Pennellateli con un uovo sbattuto e infornate subito, in forno già caldo, a 210° per 8/10’.
(Se vi piacciono più “panosi”, fateli lievitare ancora 20’ prima d’infornarli!)

Filetti di Merluzzo alla Greca a prova di… costume!


Una promessa è una promessa! Quindi, dal momento che la fatidica prova costume si avvicina e che, anzi, il mal tempo di questo mese di maggio ci sta regalando  un po’ di tempo in più per rimetterci in forma (…prendiamola così!), ho anche il tempo per mantenere una promessa fatta all’inizio di quest’anno. Quale??? Quella di dimostrare che stare a dieta può non essere così triste! Quella di proporre ricette LIGHT, che soddisfino anche i palati più esigenti! A partire dal mio!

Non è facile conciliare la passione per la cucina al continuo alternarsi di diete dimagranti.
Per quanto mi riguarda, ho imparato ben presto che, quando sono a dieta, prima ancora del cibo a mancarmi è la cucina stessa.
Mi manca il cimentarmi con una nuova creazione culinaria; sperimentare la ricetta di questo e quel famoso Chef per un piatto per il quale sono ancora alla ricerca della formula perfetta; scoprire nuove pietanze e nuovi sapori; equilibrare le portate tra loro per la creazione di un menù da proporre agli amici …cavie inconsapevoli di tutti i miei esperimenti!
Ultimo, ma non ultimo, mi manca presentare i miei piatti in tavola come opere d’arte… 

L’estetica del piatto è, infatti, l’elemento irrinunciabile della creazione culinaria, e assume un valenza ancor più importante quando ciò che c’è nel piatto deve essere dietetico!
Cerco di ovviare a questa urgenza, avendo cura di mettere amore in ogni piatto che metto in tavola, tutti i giorni, con passione, a prescindere da cosa sia in esso contenuto!

Quando poi sono proprio in "crisi d’astinenza", passo tutto il pomeriggio a cucinare torte, biscotti o pane, che poi si sacrificherà a mangiare mio marito o gli amici… Ed io così mi cibo della sola soddisfazione e… del profumino che esce dal forno e spande in tutta la casa! 


FILETTI DI MERLUZZO ALLA GRECA
Ingredienti  per 4persone:

400g di filetti di merluzzo
50g di pangrattato
1 rametto di prezzemolo
1 limone, la buccia grattugiata
½ bicchiere di vino bianco o il succo di un limone
1 cucchiaio di uva passa
1 cucchiaio di pinoli
semi di finocchio
olio evo
sale, pepe bianco

Nel mixer, mettete il pangrattato, il prezzemolo, l’uva passa, i semi di finocchio, i pinoli, la buccia di 1 limone, e frullate fino a creare una farcia ben amalgamata. Se dovesse risultare troppo secca, bagnatela con ½ bicchiere di vino bianco o con il succo di un limone.
Disponete i filetti in una pirofila foderata con carta da forno. Distribuite la farcia sui filetti, creando uno strato di un paio di millimetri. Irrorate con poco olio extra vergine d’oliva, salate e pepate e mettete  in forno ventilato a 200°, per circa 20’.
Buona dieta!!!

Gazpacho Andaluso per depurarsi un po’!



Le luci dell’albero si spengono fino al prossimo Natale…
Si fanno propositi per il nuovo anno, appena cominciato, e bilanci di quello trascorso.
Solo che l’Epifania, “che tutte le feste si porta via”, ogni anno, immancabilmente, dimentica qui qualcosa, sempre la stessa… i chili in più!!!

Le golose leccornie, i delicati manicaretti, le squisite ghiottonerie, i prelibati bocconcini con cui, senza rimorso, senza ritegno né contegno, abbiamo gozzovigliato durante il periodo natalizio, giustificandoci col classico “Se non le mangio ora…” , hanno, per così dire, temporaneamente modificato, il nostro giro vita… e magari fosse solo quello!!!

E’ per questo motivo che ho deciso di inaugurare una nuova ETICHETTA di questo blog, che chiamerò semplicemente LIGHT!
Cioè ricettine gustose, ma leggere; piatti che siano gradevoli al palato, seppur poveri di grassi; pietanze che siano appetitose sin dall’aspetto, poichè credo fermamente che si mangi prima con gli occhi, anche e soprattutto quando si segue un regime alimentare dimagrante.
Perché diciamoci la verità: star a dieta è triste! Ma talvolta necessario… e allora non resta che renderlo piacevole, no???

Ammetto d’avere una certa esperienza nel campo: io sono, infatti, la donna più “a dieta” dell’intero pianeta!
Io sono, da sempre, sempre a dieta: non ricordo un momento della mia vita che non mi abbia visto intraprendere una dieta! La prima volta avevo 11 anni. Fu il pediatra ad impartirmi il mio primo regime alimentare dimagrante… Eh si, la prima dieta “non si scorda mai”!!!
Da quel momento, diete e dietologi sono diventati la mia croce! 

Ben presto mi sono accorta che, per affrontare i lunghi periodi d’ “astinenza”, con maggiore serenità e determinazione, era necessario rendere i cibi consentiti, invitanti e succulenti, attraverso l’uso piccoli accorgimenti…
A volte è sufficiente solo prendersi un po’ in giro!!!
Molte diete, cominciano con una fase di depurazione dell’organismo, una specie di disintossicazione dagli eccessi! Lo so che la temperatura esterna suggerirebbe un piatto caldo, ma il minestrone è triste e poi… “fa troppo dieta”!!!
Allora la mia proposta è questo buonissimo Gazpacho Andaluso, una zuppa di verdure, fredda, anzi freddissima, per non dire ghiacciata, composta di verdure dalle note proprietà depurative.
In Spagna viene servita anche al bicchiere, come aperitivo.


GAZPACHO ANDALUSO

Ingredienti per 4persone:

½ bicchiere d’aceto di vino bianco
½ bicchiere d’acqua
600g di pomodori rossi da sugo
1 Cipolla rossa di Tropea di medie dimensioni
1 Peperone verde
1 Peperone rosso
1 Cetriolo
1 spicchio d’aglio piccolo
50ml di olio extravergine d’oliva
100g di mollica di pane raffermo
sale q.b.

Mettete la mollica di pane
 
in una ciotola, versateci sopra, coprendolo, l’acqua e l’aceto miscelati insieme.
Nel frattempo, portate ad ebollizione un po’ d’acqua in pentolino, tuffateci dentro i pomodori, precedentemente incisi sul fondo, scolateli immediatamente, spellateli e tagliateli a dadini e riponeteli in un frullatore.
Tagliate a tocchetti la cipolla, i peperoni, il cetriolo e mettete tutto nel frullatore, insieme allo spicchio d’aglio mondato.
Azionate il frullatore e aggiungete, a filo, l’olio extravergine d’oliva, in modo da ottenere un composto piuttosto liscio ed omogeneo.
A questo punto, aggiungete il pane dopo averlo ben strizzato; aggiustate di sale, e frullate nuovamente, per qualche secondo.
Riponete il bicchiere del frullatore in frigorifero, per almeno 2 ore.
Servite freddissimo, in bicchiere o in ciotola. Potete accompagnarlo con verdure a dadini, uovo sodo e, (se non siete a dieta!), con dadini di pane fritto.

Il Pannocchio di Campobasso: dolce natalizio molisano


Perché un dolce molisano? La provincia di Campobasso (Cambuasce, in molisano) confina, a Sud, con quella di Benevento.
Storicamente, gran parte del territorio molisano, devastato dai Goti alla caduta dell’Impero Romano e annesso poi al Ducato longobardo di Benevento, si identifica con l'antico Sannio.

Il “Pannocchio”, a casa mia, s’è chiamato, per molti anni, “Lupacchiotto”(!) dal nome, familiarmente storpiato da me e dalla mia mitica Zzzia , compagna di mille avventure (e della quale ho già scritto qui) del suo più antico e famoso produttore, La Pasticceria Lupacchioli, di Campobasso, città natale del Pannocchio!

La prima volta che questo soffice e fragrante panettoncino dorato è comparso sulla nostra tavola di Natale, è stato, ormai molti anni fa, grazie ad una strenna natalizia ricevuta da zio Maurizio, da parte di un cliente molisano. Per me e mia zia, fu, da subito, amore al primo assaggio! D’anno in anno, aspettavamo con trepidazione, il momento, alla fine del pasto del giorno di Natale, per rinnovare la nostra adorazione e poi… avventarci sulla fetta più grande e cioccolatosa!

Solo di recente, e attraverso la ricerca di una sua ricetta affidabile, nel tentativo di riprodurlo fedelmente, ne ho scoperto il nome proprio: Pannocchio, appunto!
Ma che fatica! …Non è facile cercare la ricetta di qualcosa di cui conosci alla perfezione il sapore, la fragranza, la consistenza… ma non il suo nome!

Poi, il Natale scorso, in giro per Benevento, ne vedo uno simile al famoso "Lupacchiotto", che tanti Natali aveva allietato, ma non è della Pasticceria Lupacchioli…
E' "Alberti"... e sulla sontuosa confezione "giallo Strega", campeggia un adesivo rosso, come se fosse stato apposto successivamente, come per dimenticanza, che recita: “Il vero Pannocchio molisano!”
… E dillo prima, no???

Provate questa burrosissima versione natalizia, e se poi v'è piaciuta per il Natale, provate anche la sua versione light, più adatta ad accompagnare la colazione di tutti i giorni!


PANNOCCHIO MOLISANO – THE ORIGINAL
300 gr. farina “00”
150 gr. farina di mais, fioretto
300 gr. di zucchero
5 uova
300 gr. burro morbido
1 bustina lievito x dolci
1 pizzico di semi di vaniglia
1 bicchierino di liquore (rhum, Amaretto, o Strega, che è la mia ovvia scelta!)
200g di gocce di cioccolato extra fondente
1 pizzico di sale

Sbattete i tuorli con lo zucchero semolato, fino a quando non saranno schiariti.
Aggiungete le due farine setacciate insieme al lievito, i semi di vaniglia e ad un pizzico di sale, mescolando con un cucchiaio di legno.
A questo punto, aggiungete il burro ammorbidito (o sciolto al microonde), il bicchierino di liquore (Strega!) e le gocce di cioccolato fondente extra fondente.
Cuocete in forno statico a 150° per 45’.
Prima di sfornare, fate sempre la “prova dello stecchino”.


PANNOCCHIO - LIGHT VERSION
350g di farina bianca
150g di farina di mais (fioretto)
150g di zucchero semolato
100ml di olio d' oliva
3 uova
1 bicchierino di latte
1 bicchierino di rum (o Strega!)
1 bustina di lievito in polvere
1 cucchiaio di zucchero a velo
1 pizzico di sale


Separate i tuorli dagli albumi e metteteli in due ciotole differenti.
Sbattete i tuorli con lo zucchero semolato, fino a quando non saranno schiariti e poi, incorporate l’olio, continuando a montare.
Aggiungete le due farine setacciate insieme al lievito e ad un pizzico di sale, mescolando con un cucchiaio di legno.
Unite i liquidi: prima il latte e poi il rum (o lo Strega!) poco per volta, sino da ottenere un composto morbido, ma non liquido.
Montate gli albumi a neve ben ferma e amalgamateli all' impasto delicatamente.
Versare l' impasto in una tortiera imburrata e infarinata di 24cm di diametro o, meglio, in uno stampo da plumcake.
Cuocete nel forno a 180°per 50’ e comunque fate la “prova dello stecchino”.Spegnete il forno, aprite lo sportello, lasciate intiepidire.