Né Chiacchiere, né Bugie, ma Nocchetelle!


Tanti nomi per indicare lo stesso dolce, nelle sue varianti! Tutte a ricordare lo stesso profumo che accompagna il lancio di coriandoli variopinti e i musetti dei bambini, imbrattati di trucco improbabile e di zucchero a velo!
Anche il Sannio ha la sua ricetta e il suo nome: a Benevento si chiamano “nocchetelle”, cioè “fiocchetti", dalla caratteristica forma che assumono le losanghe di sfoglia così ripiegate e fritte in abbondante olio extravergine d’oliva bollente.

Che bello il Carnevale! I travestimenti, da sempre la mia passione e onnipresenti nei miei giochi di bambina, trovavano, in questa ricorrenza la loro naturale espressione.
Circondata com’ero dall’affetto di tutta la mia famiglia, non ho mai desiderato travestirmi da principessa, come la maggior parte delle mie coetanee, forse perché mi sentivo già una principessa!
In compenso però ho fatto le richieste più disparate, che sono state quasi sempre accolte con grande entusiasmo. Per prima la mia nonna, che pazientemente applicava volants rossi alla gonna di una ballerina di Flamenco (complice forse una precoce infatuazione per la “Carmen” di Bizet), fino a tarda notte. Poi la mia mamma che guidava le mie scelte sfogliando insieme a me i cartamodelli, portandomi a scegliere le stoffe in merceria e, tagliava e cuciva a mano, non possedendo una macchina per cucire, piccoli capolavori di sartoria.

Che eleganza quella geisha, con tanto di parrucca e trucco ad hoc!
Ma l’aneddoto più divertente resta legato ad uno splendido costume da pagliaccio, che la mattina del Martedì Grasso, prima di andare a scuola per la tradizionale festa, la mia mamma mi cucì addosso… Nel vero senso della parola! Mi fece indossare un fuseau e un lupetto bianco per proteggermi dal freddo, poi m’infilò delicatamente il costume, come fosse di cristallo e me lo chiuse sulla schiena, non avendo altro modo per farlo, … cucendolo!!!
Che ridere al solo ricordo di lei, alle mie spalle, intenta a cucire, intimandomi tra le risate, di restare immobile e di non ridere, poiché con lo scuotersi trattenuto della schiena, rischiava di pungermi con l’ago!
“E se devo fare la pipì???”
“…la terrai!!!”

Anche ora che sono adulta, ogni anno mi riprometto di trovare un gruppo di amici abbastanza folli con cui organizzare una festa in maschera, come quelle che andavano tanto di moda negli ’80, quelle dei miei genitori con i loro amici; di quelle che  ti trovi coriandoli addosso per una settimana!
E tutto per appagare il mio desiderio di indossare un travestimento che ho in mente da anni… Quale???
Sorpresa!!!
NOCCHETELLE
Ingredienti:
500g di farina
5uova
50g di burro
½ bicchiere di vino bianco secco
1 cucchiaio di zucchero
aroma di vaniglia
un pizzico di sale
Olio per friggere

Impastate la farina con 2 uova e 3 tuorli, lo zucchero, l’aroma di vaniglia, il burro ammorbidito e il vino bianco che verserete poco alla volta, finchè avrete realizzato una pasta morbida ma sostenuta come quella delle tagliatelle. Fate riposare l’impasto e stendetela poi in una sfoglia di 3-4mm, da cui ricaverete delle losanghe, con lo sperone a denti zigrinati. Incidete il centro di ogni losanga con un taglio di circa 3cm, sollevate un angolo della losanga e fatelo girare dentro al taglio, lasciando così la chiacchiera sul tavolo. Preparate tutte le “nocchetelle” e friggetele in abbondante olio extra vergine d’oliva. Diventeranno gonfie e bollose. Scolatele appena dorate e adagiatele su carta assorbente per fritti. Cospergetele di zucchero a velo quando saranno ancora tiepide. Servite fredde.

Baguette, che passione!


I saldi stagionali sono ormai agli sgoccioli e, contrariamente alle mie abitudini, quest’anno mi sono data a spese pazze! Si perché io, in questo (…ed in altri aspetti!) sono una donna un po’ atipica: non vado matta per l’acquisto di scarpe e vestiti, e, anzi, per farlo devo essere in un tale stato di grazia e in una tale positiva disposizione d’animo che finisco per rimandare al infinito il momento dello shopping, indossando sempre gli stessi capi fino a lederli e ad arrivare al punto che la eco del mio armadio ricordi molto quello della particella di sodio!!!

Assisto divertita e un po’ imbarazzata (chissà cosa penserebbero se vedessero il mio!!!) alle scenate di amiche che, donne sull'orlo di una crisi di nervi,  dinanzi ai loro guardaroba ricolmi e tracimanti, esclamano:
“…Oddio, e adesso… Non ho niente da mettermi!”
E comprendo e condivido la pungente ilarità del sesso opposto sull’argomento!

Ma anch’io ho il mio tallone d’Achille! Ci sono vetrine dinanzi ai quali non riesco a controllarmi: utensili da cucina, pentole e padelle, porcellane d’ogni foggia e uso, tovaglie e tessuti per la casa e libri di cucina!
Nei negozi di questo genere i minuti scivolano via senza che io me ne accorga, smetto letteralmente di guardare l’orologio.
Per questo tipo di  shopping non esistono confini, nemmeno quelli geografici!
Già da qualche tempo infatti, ho deciso che i souvenir delle mie vacanze, in giro per l’Italia o all’estero, devono essere legati alla mia passione viscerale per la cucina; in questo modo almeno non resteranno inutilizzati a prendere polvere su qualche mensola, ma prenderanno vita nel loro uso quotidiano!

La scorsa estate a Parigi, ho strappato al mio adorato maritino, un intero pomeriggio di shopping in rue Coquillière (ça va sans dire!), dove mi sono persa nei meandri di uno dei più antichi negozi di utensili professionali per la cucina: E. DEHILLERIN


Da questo negozio, ho portato a casa, tra le altre cose (…non mi posso mica giocare tutte le carte così!), la griglia x baguette che ho usato per queste mie! L’impasto della baguette infatti, è estremamente elastico e, durante la lievitazione, rischia di espandersi in tutte le direzioni perdendo la caratteristica forma se non arginato da questa grata, che, grazie alla sua foratura, ne consente anche una cottura omogenea.

Personalmente, non avrei mai immaginato che esistessero così tanti tipi di baguette, tutte diversificate tra loro per grandezza, peso e lunghezze. “Baguette” in francese significa “bacchetta” o “bastoncino”, e la leggenda vuole che a dare al pane questa caratteristica forma siano stati i cuochi dell’esercito napoleonico, per consegnare ai soldati un formato da poter riporre nella tasca della divisa.
La tradizionale è lunga 70cm, ha una crosta rugosa, le estremità appuntite e un peso che varia tra i 250 e i 300g.


Io collocherei queste mie nella categoria delle  bâtard” (letteralmente “bastarda”!), un po’ più piccola e leggermente più larga di una baguette tradizionale… ma posso garantire sul profumo di boulangerie che regna in casa, mentre cuociono in forno!!!


BAGUETTE
Ingredienti:
360ml di acqua
420g di farina “00”
90g di farina di farro
30g di lievito di birra
2 cucchiaini di sale
2cucchiaini di zucchero
2 cucchiai d’olio evo
1 cucchiaino di succo di limone

Impastare tutti gli ingredienti insieme. Dividere l’impasto in 3 parti uguali. Stendere ogni porzione di impasto in forma rettangolare e ripiegare il foglio così ottenuto su se stesso verso di voi, saldate con le dita. Ripetete l’operazione per altre 2 volte. Arrotolate poi l’impasto in modo da tenere la piega in basso. Fate lievitare 30’. Incidete 3 o 4 volte la superficie con una lametta, imprimendo dei tagli obliqui.
Infornate a 220° per 20’, dopo aver dato un colpo di vapore (cfr. vaporizzare acqua nel forno caldo, con uno spruzzino).